Tezcatlipoca Nero, era uno dei più potenti dei della mitologia messicana precolombiana che aveva il potere di trasformarsi in tutto ciò che voleva, persino di diventare invisibile, il suo nome significava “specchio fumante”. Tezcatlipoca Nero, paragonabile al dio Marte della mitologia greca classica, fu il protagonista della leggenda dei quattro soli.
La storia racconta la lotta dei quattro fratelli in disputa per l’ottenimento del potere del sole, che si concluse con la creazione delle altre divinità e dei primi esseri umani. Si dice, a proposito del peperoncino, solanacea rossa e piccante che riporta al fuoco marziale, che Tezcatlipoca, sedusse la sua divina sposa presentandosi a lei in veste di venditore di peperoncini.
L’esistenza del peperoncino risale dalla notte dei tempi, infatti, da alcuni scavi archeologici effettuati in Messico, si è dimostrato che il peperoncino selvatico piccante, era consumato già 9.000 anni fa e che la sua coltivazione risale a 5.000 anni prima di Cristo. Alcuni scritti di Bartolomeo de Las Casas, ecclesiastico spagnolo che più di tutti si impegnò nella difesa dei nativi americani, testimoniano l’uso che gli indigeni ne facevano come spezia, e rilevavano l’abbondanza con cui si trovava nel Nuovo Mondo.
Cinquanta anni dopo la conquista del Messico, il peperoncino prese piede in Europa e se ne parlò come di una pianta molto apprezzata. Infatti, oltre ad essere coltivato ed utilizzato sia come droga che come medicinale, era anche impiegato per la sua proprietà di conservare i cibi in modo naturale. L’adattabilità del peperoncino nella coltivazione, non fu vantaggiosa per i suoi importatori perché, abbassò il prezzo elevato del pepe, tanto da meritarsi l’attributo di “droga dei poveri”.
Il diavoletto rosso del peperoncino
Il peperoncino rosso piccante, Capsicum Annuum, nome scientifico del peperoncino, è evocatore, sia per il colore rosso, sia per il sapore piccante e bruciante degli inferi solari e purificatori. Nel Mezzogiorno d’Italia, la pianta è definita da secoli “il diavoletto, diavulill, diavolicchio”. Lo scrittore irlandese James Joyce, ghiotto di peperoncino, scrisse a proposito di questa infuocata pianta: “Dio ha creato l’alimento, il diavolo il condimento”. Il Capsicum Annuum di colore verde scuro, ancora più piccante e profumato di quello rosso, è stato soprannominato “la vendetta del diavolo”. A dispetto di quanto scritto però, si dice che il “miracoloso diavolicchio” guarì Padre Pio da Pietralcina, quando, all’età di dieci anni si ammalò.
Le sue qualità medicamentose sono molteplici: Carminativo (flatulenze), eupeptico (digestivo), afrodisiaco (aumenta il desiderio sessuale); protegge i capillari, abbassa il colesterolo, migliora l’emodinamismo, regola la pressione, ottimo per le allergie e l’asma, anticancerogeno, è diuretico, e addirittura fa smettere di fumare e aiuta gli alcolisti a smettere persino di bere, benissimo per convalescenze, tossi e bronchiti, reumatismi, lombalgie, sciatalgie, anemie, depressioni e indebolimento delle difese immunitarie. Insomma è un vero e proprio antibiotico naturale.
È la spezia più passionale di tutte le cucine del mondo, è il simbolo del vivere gioioso e, grazie alla sua forma a cornetto, ha sostituito il membro maschile che fin dall’antichità è stato il simbolo di fortuna e abbondanza. Pertanto, attaccare alla porta di casa una ghirlanda di cornetti rossi, allontana le negatività e propizia l’abbondanza.
Insalata di Belzebù
Ecco una ricetta infallibile per una cenetta di “fuoco”:
lasciate macerare qualche peperoncino rosso nell’olio d’oliva extra vergine. Se pizzica troppo, privatelo dei semi, poi frullatelo fino ad ottenere una consistente salsa. Aggiungete: pepe di cajenna, peperoni crudi filettati, fagioli lessati e mandorle ……e buon appetito! (Successo Assicurato)
autrice: Manuela Mariani