Molto spesso donne che si trovano a vivere momenti di fragilità emotiva o condizioni di disagio prolungato tendono ad abusare di farmaci: antidepressivi, ansiolitici, sonniferi e quant’altro, aldilà delle stesse prescrizioni mediche. Vi si ricorre per affrontare angoscia, insicurezza, ansia, paure apparentemente difficili da sostenere o più semplicemente per provare a condurre una vita meno stressante.
Se all’apparenza tale atteggiamento può sembrare una valvola di sfogo per il proprio malessere, nasconde, di fatto, una situazione di forte dipendenza, capace di condizionare a lungo termine la vita delle donne, ma soprattutto la loro salute psico-fisica.
In generale l’utilizzo dei farmaci, dovrebbe essere riservato a situazioni di emergenza o di reale necessità, mentre i frequenti casi di abuso, possono indurre effetti collaterali, quali: spasmi, irrequietezza, reazioni maniacali, disfunzioni ormonali, confusione, attacchi di panico, ecc.
In un’epoca volta quasi esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi, in un tempo presente che valorizza maggiormente i temi maschili dell’aggressività, della territorialità, dell’individualità e della competizione, le donne pagano in prima persona e sulla propria pelle i disagi che la vita, nell’ambito lavorativo, familiare e sociale evidenzia loro, trasformandoli in veri e propri malesseri. Pertanto, sono sempre più numerose le donne che fanno uso di psicofarmaci per fare fronte a questo stile di vita, ormai assolutamente privo di contatto con il proprio corpo e con i propri ritmi naturali e fisiologici.
Per uscire da questa “empasse”, basta ricordare che ognuno di noi ha in sé le risorse e le capacità per poter affrontare le negatività, che molto spesso la vita ci mette di fronte. Individuare cosa manca, cosa ci fa stare male, rappresenta sempre un buon inizio per riprendere quota, ristabilire degli equilibri perduti e ritrovare la propria armonia. Comprendere cosa ci fa stare male, rappresenta invece una grande consapevolezza, da cui partire per riappropriarci della nostra vita e rimetterci sulla giusta rotta.
All’interno di un percorso di “ridefinizione” della propria vita, in cui riflettere a rielaborare il proprio vissuto, rappresenta una necessità a cui far fronte per superare una condizione di disagio. Lavorare per emanciparsi da tali meccanismi di dipendenza, spesso nocivi e talvolta addirittura autodistruttivi, può rappresentare una porta di accesso importante per un lavoro sulle donne, proprio a partire da sé.
L’attenzione alla nostra vita, invece, il darle valore, è quello che la Psicologia del Benessere considera fondamentale, perché si mantenga uno stato di sano equilibrio.
Come affrancarsi dunque dalla dipendenza e da un uso smodato ed incontrollato di farmaci e psico-farmaci? Talvolta la soluzione ci è offerta da terapie dolci e non invasive, che lavorano su meccanismi di rilassamento come, ad esempio, la Riflessologia Plantare, capace di generare uno stato di benessere fisico e soprattutto psichico, allontanando l’ansia e ottenere una rimozione da uno stato angoscioso e negativo. Vedere il futuro con più positività senza averne paura è un modo per affrontare il presente momento per momento con obiettività e lucidità.
Cos’è la Riflessologia Plantare?
La riflessologia è una terapia dolce e gentile e consiste nell’eseguire una pressione su punti riflessi cutaneo-organici presenti sulle mani, sui piedi e sulle orecchie.
Questi punti chiave fanno riferimento agli organi interni e all’apparato ghiandolare in modo così preciso che è possibile tracciare una mappa o un microcosmo della loro distribuzione nel corpo umano. La pressione o la manipolazione di un punto riflesso, di conseguenza, può scatenare una reazione nell’apparato o organo corrispondente.
Il tocco, inoltre, stimola le funzioni dell’organo sollecitato e favorisce un buon recupero della salute, oltre ad assicurare il benessere fisico e mentale.
E’ stato scritto molto sulla riflessologia per spiegare esattamente come essa opera e, nonostante le scoperte sui percorsi dei nervi, ci sono ancora parecchie cose da chiarire. Il principio fondamentale della riflessologia, è che la stimolazione riesce a liberare dalla congestione, tessuti e nervi rimuovendo le tossine che si sono accumulate e ad incoraggiare il corpo a sfruttare le proprie capacità di auto-guarigione naturale.
È importante però avere ben chiaro che tale approccio non deve ritenersi assolutamente sostitutivo alla medicina ufficiale, bensì è da considerarsi a questa complementare.
autrice: Manuela Mariani