I piedi hanno un significato molto profondo, nella Cabalà corrispondono alla Sephirah Malkut.
L’albero della Vita sorge sulle radici invisibili dell’En Sof, si manifesta in Keter, la prima delle dieci Sephiroth, e fiorisce in Malkut, decima e ultima Sephirah. Nell’ottica dell’albero, a livello corporeo, i piedi, che come ho detto corrispondono a Malkuth, sono le radici dell’albero umano.
Malkuth è il regno, è il ricettacolo di tutte le energie divine venute dall’alto. Gli ebrei la chiamavano “la regina” colei alla quale sono affidati tutti i poteri del “re” Keter. Se la testa in alto “Keter” ricapitola tutto il corpo, in basso “Malkuth” i piedi, lo ricapitolano anch’essi e portano il suo divenire in potenza. Nella prospettiva cristiana, l’incarnazione di Cristo è la discesa di Dio che da Keter viene in Malkuth, i piedi cosmici (legati al simbolismo del segno zodiacale dei pesci). Partendo dai piedi, l’uomo deve crescere, come un albero e raggiungere la cima. Nella Medicina Tradizionale Cinese, il meridiano del Rene, comincia sotto il piede ed esattamente nell’avvallamento al centro della pianta del piede, alla giunzione fra il terzo anteriore e medio (dita escluse), e fra la seconda e la terza articolazione metatarso-falangea, e prende il nome di “FONTE ZAMPILLANTE” l’inizio di tutto, lo zampillio della sorgente. Tra i cinque elementi appartenenti alla Medicina Tradizionale Cinese (legno, fuoco, terra, acqua), i reni appartengono all’elemento acqua. L’acqua conferisce all’individuo la base necessaria, lo sfondo. La catena degli antenati, il potenziale raccolto dai propri avi, quello che si è accumulato materialmente con il passare delle generazioni, costituisce la chiave di volta delle funzioni vitali. L’energia innata, le inclinazioni, i talenti e le capacità sono raccolti in questo grande potenziale. La prima partenza di ogni crescita si compie nell’infanzia. Il piede è legato all’infanzia, specialmente all’infanzia intrauterina. Dal punto di vista embrionale il piede è l’ultima parte del corpo a formarsi e raggiunge la sua forma definitiva solo attorno ai cinque anni di età del bambino. Anche i piedi sono in analogia con la carta numero 0 dei Tarocchi “Il Matto”. Il Matto infatti, rappresenta il nostro essere bambino e sta per inizi spontanei e per franchezza priva di pregiudizi. È indice di spensieratezza giocosa e di leggerezza che deriva dalla gioia di vivere e ci avverte che stiamo entrando, stupefatti, in un nuovo mondo senza avere nessuna aspettativa precisa. Il Matto è il pellegrino che ci accompagna durante tutto il percorso iniziatico, cominciando dal numero 0 scandisce i suoi passi e le stagioni della vita e chiude il suo ciclo arrestandosi là, dove tutto si compie (Il Mondo). Ma alla chiusura del cerchio manca ancora un tassello, un’ultima tappa imprevista e fluttuante nel nulla di cui apparentemente si nutre. Il Matto, nella sua dimensione del numero 22, si presenta con scarpe logore e sformate, sinonimo di un lungo cammino; e le sue calze non sono più intrise nel colore blu della mente come quando era Bagatto ma gialle, colore dello spirito. I passi del Matto sono guidati dalla sapienza dello Spirito, quello stesso Spirito che sceso da Keter, attraversa l’Albero-Uomo e si ferma a Malkut nei piedi ricapitolando anche lì tutta la sua divinità. A proposito di attinenza con il Matto e i piedi: credo che sia capitato a tutti aver provato il dolore ai piedi dovuto magari ad un paio di scarpe strette, ebbene, avete provato a ragionare?
autrice: Manuela Mariani