SCUOLA E DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE: BES, DSA – Nuove sigle per affrontare un disagio antico che prima si declinava in: “Dispersione Scolastica”
Nella scuola attualmente, come ben sanno genitori ed insegnanti, nuove leggi e circolari hanno modificato l’approccio con i ragazzi e l’apprendimento, rendendo evidente, anche ai non addetti ai lavori, che l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di disabilità psico-fisiche. In ogni classe ci sono tanti alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, anche per tempi lunghi e per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs) . Ognuno dei ragazzi che vi appartiene ha bisogno di interventi specifici, di una didattica su misura, pur rimanendo sempre nel campo della normalità. Cioè ogni alunno è ugualmente diverso dall’altro e perciò ha bisogni educativi diversi. La complessità delle classi è un fenomeno ormai sempre più evidente e rendere individualizzato l’insegnamento per tutti i ragazzi è una sfida interessante, ma che ha bisogno di mezzi che non sempre ci sono. Queste nuove norme però, al di là delle intenzioni del legislatore, tendono ad orientare sempre più verso la medicalizzazione dei problemi di apprendimento, anche perché non si rende contemporaneamente la scuola attrezzata ad interventi pedagogici-didattici mirati ed individualizzati in classi di 25, 30 ragazzi, ognuno con esigenze varie e diverse e dove gli unici strumenti a disposizione sono, sì e no, il gesso e la lavagna e dove i “pesi” di responsabilità civile e penale sono vasti e contribuiscono a limitare interventi più fluidi e dinamici nell’organizzazione e gestione dei gruppi. Occorre quindi una pedagogia che inciti all’apprendimento di corrette strategie per supportare il difficile compito dello studio ed evitare che una carenza di metodo diventi un deficit per del bambino prima e dell’adolescente dopo. Per questo motivo, la prof.ssa Rosa Ceccarelli propone le seguenti attività per genitori e ragazzi dai 3 ai 14 anni :
1) Colloqui con i genitori per imparare a riconoscere gli indicatori di difficoltà scolastiche dei figli, programmare interventi e/o insegnare strategie facilitanti per aiutare meglio i figli.
2) Colloqui con lo studente per verifica delle competenze e delle difficoltà; analisi degli stili cognitivi e del metodo di studio; valutazione delle difficoltà scolastiche; progettazione di programmi personalizzati e sostegno didattico con materiale strutturato e non; valutazioni periodiche.
3) Colloqui eventuali con docenti delle materie e dei corsi curricolari.
4) Con il consenso dei genitori è possibile anche effettuare test psicologici, per una valutazione più approfondita.
Sabato 1° Marzo alle ore 18.30, presentazione gratuita tenuta dalla D.ssa Rosa Ceccarelli, logopedista, psicologa e insegnante.
Entrata libera