Iride o Iris, figlia di Elettra, ninfa oceanina figlia dei titani Oceano e Teti, e di Taumante, divinità marina figlio di Ponto (il mare), era la messaggera degli dei. Il suo incarico era quello di portare gli ordini celesti, in particolare quelli di Zeus e di sua moglie Era, alle divinità e agli uomini. Aveva il potere di salire fin sulle cime dell’Olimpo e da lì scendere fino nelle viscere dell’Ade per poi inabissarsi nei fondali marini per annunciare o portare liete novelle. Aveva i piedi veloci come il vento e le ali dipinte con tutti e sette i colori, e indossava un abito fatto di perle di rugiada che, al minimo movimento, spandeva tutte luci colorate formando una scia luminosissima nel cielo che prese il nome di arcobaleno perché aveva la forma di un arco che balenava agli occhi. Chiunque la vedeva rimaneva incantato dalla bellezza senza poter staccarle gli occhi di dosso. Infatti, è stata lei a dare il nome all’iride dell’occhio. La fanciulla, da sempre considerata portatrice di buone notizie, si serviva appunto dell’arcobaleno per scendere dal cielo in terra o dal cielo al mare e si credeva anche che guidasse le anime verso il cielo dopo la morte.
A tal proposito è doveroso accennare alla canzone del cantante Adriano Celentano dal titolo “L’arcobaleno”. Il brano è un commiato di Lucio Battisti, scomparso prematuramente il 9 settembre del 1998, al suo amico Mogol. Il testo della canzone, arriva al paroliere Mogol tramite una medium, asserendo di aver ricevuto il testo della canzone dallo stesso Battisti, e che il ponte tra noi e l’aldità è l’arcobaleno.
“Io son partito poi così d’improvviso/che non ho avuto il tempo di salutare/l’istante breve è ancora più breve/se c’è una luce /che trafigge il tuo cuore/l’arcobaleno è il mio messaggio d’amore”.
L’arcobaleno, pertanto, è un ponte tra il Cielo e la Terra ed è simbolo d’amore e d’alleanza con le divinità.
Nel racconto della Bibbia riferito a dopo il Diluvio Universale e all’approdo dell’Arca di Noè sul monte Ararat, si legge che Jahvé pose l’arcobaleno come segno di alleanza tra Egli e ogni essere vivente per tutte le generazioni e per l’eternità: “il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra Me e la terra”. (Genesi, IX, 12-13).
A forma di emisfero, l’arcobaleno dispiega tutti i colori dello spettro solare, collega la terra al cielo, e simbolicamente, traccia un ponte tra il sognatore e la potenza celeste apportando messaggi di benedizione, di felicità e decretando la fine delle sventure, ed è proprio in questo caso che l’arcobaleno deve essere guardato in tutta la sua colorata magnificenza.
I suoi 7 colori furono attribuiti anche ai 7 “cieli” della scala cosmica che l’iniziato è obbligato a salire uno a uno, prima di accedere all’ottavo cielo della rivelazione e della liberazione dell’anima.
Quando si sogna l’arcobaleno si tratta sempre di avvenimenti felici, di prospettive promettenti, oppure, della fine di un periodo difficile e faticoso, soprattutto sul piano finanziario e materiale. Può anche far presagire un’alleanza o una riconciliazione se, nel momento in cui lo si sogna, si è in disaccordo con qualcuno. Capita che questo sogno ci possa mettere in una profonda relazione con noi stessi e possa caricarci il cuore delle più belle energie vitali e spirituali. E’ questa la garanzia di una rivelazione, di una rigenerazione o di una realizzazione personale che mette pace e armonia nei nostri cuori.
Sognare un arcobaleno.
Milena scrive:
Ho sognato di tirare una freccia con l’arco, la freccia lanciata lasciava una scia che sembrava un arcobaleno.
Risposta:
E’ raro sognare un arcobaleno, e questo sogno è piuttosto singolare. Mi fa pensare a Cupido, il dio dell’amore. Se sei una single, molto presto incontrerai l’amore. Tanti auguri!
La Cabala abbina il numero 81 all’arcobaleno.
Autrice: Manuela Mariani