Una giovane donna, cresciuta in altri tempi, dove non doveva parlare, ma essere educata. Una donna bella ma che non sa cogliere la sua bellezza. Una donna che vorrebbe un uomo e per lui accetta qualunque cosa. Una donna che pur senza esperienza della vita mette al mondo un figlio. Una donna che dice si a molte cose sbagliate, che non le fanno vivere la vita come dovrebbe e non la fanno sperimentare come donna. Una donna incapace di imporsi per paura di non essere amata. Cresce suo figlio tra altri che interferiscono, schiacciano, urlano, la mettono in dubbio, la pressano. Il figlio, essendo figlio, non vede la madre come donna, come persona, e si sente offeso, tradito, non capisce. Entrambi sanno di non avere più da tanto tempo un contatto fisico, espressivo ed esperienziale. È quasi inevitabile, manca la forza, manca il coraggio, manca la possibilità, servirebbe una rivoluzione troppo pesante, troppo dolorosa, troppo devastante…e allora…il silenzio, un silenzio doloroso, lungo, che crea falsità, sopportazioni, piccole e localizzate aggressioni, allontanamenti…….poi un’immagine, mamma sta morendo, il figlio è ormai un uomo che vede una donna, stanca, avvilita, offesa da chi non ha apprezzato il suo sacrificio. Lui si avvicina a lei, la abbraccia, la coccola, entrambi si chiedono perdono si dicono di amarsi, finalmente l’incontro tanto atteso.
E la morte porta via la possibilità di vivere ciò che entrambi avevano visto finalmente come possibilità insieme.
Era una giovane donna, bella, d’altri tempi….una giovane madre, rimasta fanciulla anche a 74 anni, ora è nel mio cuore per sempre, perché ho ritrovato mia madre.
Autrice: Letizia Borelli