Rannicchia il tuo dolore
come casa levigata di lumaca
su cui scivolare le attese
Così recita il coro delle rane
al tramonto
Maledetti i vostri corpi viscidi e verdi
Sibilò
mi state tutti appesi
grumi
pipistrelli
ad impedirmi il passo
Sibilò
Sibilò
la coccinella maculata rossastra
avete divelto le mie zampe
cercato di trafiggere cuore e intelletto
provando a farne polpette
da servire con riso
mi avere percosso e poi legato imbavagliato
lasciato sola
nella cavità di un tronco
sempre pronti ad agitare le zampe nel richiamo
per farvi servire piatti di pietanze affettuose
baci carezze paroline dessert
consolatorie
anche se il vento straziava la mia pelle
non avete smesso
nemmeno per un attimo
di abbeverarvi al mio cuore
Maledette rane gracidanti
vesciche gonfie di richieste
tremolanti di compassione
solo
per le vostre inutili ferite
convinte di possedere
uniche
La sapienza del dolore
Autrice: Giovanna Arciprete